Che tipo di stile manageriale adottare? Qual è il migliore? La risposta, secondo una ricerca condotta da Hay- McBer, basata su un campione di 3.871 dirigenti selezionati a caso fra oltre 20.000 top manager a livello mondiale, è un mix di diversi stili. Gli autori hanno individuato sei diversi stili di comando, ognuno dei quali corrisponde a una delle componenti dell’intelligenza emotiva approfondita dagli studi di Daniel Goleman.
Essere un buon leader significa insomma saper padroneggiare più stili di leadership secondo l’occasione.
Vediamo questa volta lo stile autorevole, forse il più utilizzato, ma non sempre il più efficace.
Il leader autorevole influenza positivamente il clima di lavoro con il suo essere visionario, motivando così le persone con cui lavora rappresentando quanto il lavoro dell’individuo faccia parte di un quadro più ampio e sia di ausilio all’organizzazione nel suo complesso.
Dunque lo stile autorevole riesce a massimizzare l’adesione delle persone agli obiettivi ed alla strategia dell’organizzazione indicando come i compiti di ciascuno si relazionano alla visione d’insieme.
Un leader autorevole tendenzialmente definisce un obiettivo, ma assicura alle persone ampia autonomia, consentendo loro di organizzarsi opportunamente. Il leader autorevole concede alle persone ampi spazi per l’innovazione, la sperimentazione e… per commettere errori da cui imparare. Comunque il leader autorevole valuterà le prestazioni di una risorsa solamente in relazione alla contribuzione del lavoro dell’individuo all’obiettivo comune.
Tale stile di leadership è molto positivo ed utilizzabile in quasi ogni contesto organizzativo anche se si mostra particolarmente efficace in situazioni eccezionali quali una crisi aziendale o di deriva di un progetto. Il leader autorevole traccia la direttrice ed indica ai suoi collaboratori una nuova meta a lungo termine.
Si dimostra per contro come uno stile inadeguato quando un manager si trova a collaborare con profili executive di pari livello o comunque con una seniority particolarmente pronunciata. Soprattutto in questi casi il manager deve evitare che, sopraffatto da una sorta di ansia da prestazione, si verifichi uno sconfinamento nel campo dell’autorità o ancor peggio dell’arroganza per affermare la propria autorevolezza. Nell’antica Roma, quando un generale rientrava in città vittorioso dopo una battaglia, il popolo per le strade lo osannava, regalandogli il giusto tributo da eroe. Con tutta questa acclamazione c’era il rischio che il generale si lasciasse andare ad atti di superbia, per questo motivo uno schiavo durante la parata, a ritmi regolari, gli ripeteva: “Te hominem esse memento” (ricordati che sei solo un uomo).
Allora lo stile di leadership autorevole è il migliore? È sicuramente uno stile efficace in molte situazioni, ma il segreto sta nell’utilizzo di più stili nell’esercizio della professione di manager.