Il servizio telefonico commerciale nacque nel 1877 e, fin dall’inizio, adottò una struttura basata su una moltitudine di centrali di commutazione ciascuna delle quali raccoglieva gli utenti di una ristretta zona ed era in qualche modo connessa a tutte le altre.
In una rete telefonica possiamo distinguere:
Nella struttura oggi quasi universalmente adottata per la rete di distribuzione l’area geografica di pertinenza di una centrale locale, detta area di centrale, è suddivisa in varie aree cavo, lungo differenti direttrici, ognuna servita da un singolo cavo di elevata capacità, tradizionalmente in rame.
In ambito urbano lungo una stessa direttrice possono uscire più cavi che servono aree distinte. Ogni cavo alimenta lungo il suo percorso diversi armadi di distribuzione, ciascuno destinato a distribuire le coppie uscenti verso l’utenza in una determinata area di armadio. In corrispondenza degli armadi, che costituiscono dei punti di flessibilità nella rete, è possibile installare sistemi numerici di raccolta dell’utenza (multiplatori d’utente). Dall’armadio agli utenti esiste un ulteriore punto di elasticità costituito dalla cassetta di distribuzione o distributore. Dunque in una rete di distribuzione in rame distinguiamo diversi elementi:
Nel centinaio di anni trascorsi dalla nascita della telefonia, la rete di distribuzione ha subito un’evoluzione relativamente lenta. La rete attuale, pur rinnovata nei materiali, non è così molto diversa da quella di qualche decina di anni fa.
L’aspetto base che va tenuto presente nella realizzazione di una rete di distribuzione è quello di rendere disponibile a ogni utente il portante necessario al servizio richiesto con il minimo costo, ma con risorse tali da poter far fronte a uno sviluppo della domanda, nel tempo e nello spazio, non noto a priori.
Comprendere l’architettura della rete di distribuzione in rame è importante poiché è proprio su questa che, negli ultimi vent’anni, si è basata tra l’altro l’erogazione di servizi Digital Subscriber Line (DSL) agli utenti.