Per la diffusione della Banda Ultra Larga sul territorio, avvenga questa attraverso tecnologie cablate o wireless, è mandatorio un massiccio investimento da parte degli operatori di telecomunicazioni in infrastrutture adatte ad ospitare le reti di nuova generazione.
Per la costruzione delle infrastrutture sotterranee per telecomunicazioni, al fine di velocizzare e rendere più economiche le operazioni, oltre che per facilitare il rilascio dei permessi da parte degli Enti gestori dei sedimi interessate dalla posa o qualora non sia possibile eseguire gli scavi a cielo aperto, potrà essere necessario adottare tecniche di posa no-dig1.
La Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC), Horizontal Directional Drilling (HDD) o Perforazione Teleguidata secondo come la si voglia chiamare, è una tecnologia no dig idonea alla installazione di nuove condotte senza effettuare scavi a cielo aperto.
La TOC consiste nella posa di un monotubo con diametro inferiore a 50 mm, contenente generalmente da 4 a 6 minitubi di diametro compreso tra i 10 e i 12 mm con protezione antiroditore, senza eseguire scavi lungo il tratto da realizzare, aprendo solamente due buche a inizio (entry point) e fine tratta (exit point). I cavi e le polifore saranno di norma collocati il più lontano possibile dalla carreggiata bitumata e comunque in marciapiede, banchina o nel fosso di scolo delle acque.
La tecnologia Horizontal Directional Drilling è essenzialmente costituita da cinque fasi:
Le tubazioni installabili con la perforazione direzionale non solo devono essere costruite con materiali resistenti alla trazione, ma i giunti, di qualsiasi tipologia essi siano, devono poter resistere alle forze di trazione che si generano durante l’operazione di tiro.
Mediante perforazione direzionale si installano principalmente tubazioni in HDPE 2 giuntate testa a testa; quando i giunti sono del tipo resistente alla trazione (non è sufficiente che si tratti di semplici giunti antisfilamento).
Un tipico impianto di Horizontal Directional Drilling si compone delle seguenti principali parti o attrezzature:
La scelta del tipo di macchina da impiegare è correlata alla natura del terreno, al tipo di infrastruttura da realizzare ed alla tipologia del tracciato di posa. Tali mezzi possono operare sia per la costruzione di attraversamenti laddove non sia possibile operare con scavo a cielo aperto (strade, ferrovie, fiumi) sia per la perforazione longitudinale in fregio alle opere viarie.
La caratteristica essenziale di questa tecnologia è quella di permettere l’esecuzione di fori nel sottosuolo che possono avere andamento curvilineo spaziale. Con questa tecnologia è possibile posare condotte con lunghezze di tiro (distanza tra punto di entrata e punto di uscita) che hanno ormai superato i 2000 m.
I vantaggi sono dunque molteplici:
Al fine di effettuare perforazioni sotterranee per la posa di infrastrutture, è generalmente consigliabile effettuare una indagine radar del sottosuolo per verificare la natura del terreno nonché la presenza di sottoservizi.
1 Le tecnologie no-dig (dall’inglese no-digging ovvero “senza scavo”;) permettono la posa in opera di tubazioni e cavi interrati o il recupero funzionale o la sostituzione di condotte interrate esistenti senza ricorrere agli scavi a cielo aperto (open trench), evitando le manomissioni superficiali dei sedimi e limitando così l’impatto ambientale. Trovano applicazione nelle nuove installazioni di servizi interrati (reti di trasporto e distribuzione del gas e degli oli combustibili, acquedotti, fognature, reti di telecomunicazione, reti di distribuzione dell’energia elettrica, ecc.) o nella loro sostituzione e manutenzione, nel risanamento delle condotte di scarico verticali e orizzontali non a vista all’interno degli edifici, nell’operatività in siti inquinati e potenzialmente inquinati (discariche, siti soggetti ad inquinamento da percolati, impianti e depositi industriali, aree di stoccaggio di sostanze inquinanti, discariche) e nella difesa del suolo (stabilizzazione di pendii in frana, consolidamenti localizzati del sottosuolo, ecc.).
2 Il polietilene ad alta densità (HDPE, dall'inglese High Density PolyEthylene) è un polimero termoplastico ricavato dal petrolio.
Bibliografia