Come si fa a parlare di Marco Tullio Cicerone¹ in un sito dedicato all’innovation management? A mio avviso non vi è nulla di più moderno, in un’epoca in cui la comunicazione svolge un ruolo centrale nella nostra società, degli scritti ciceroniani.
“Cosa c’è di più piacevole da apprendere e da ascoltare di un discorso elegante, fondato su saggi concetti ed espressioni appropriate?” scrive Cicerone.
Non c’è nulla di più nobile che possedere l’abilità di catturare l’attenzione delle persone con la parola, indirizzare le loro opinioni, distoglierle da ciò che riteniamo sbagliato e condurle verso ciò che apprezziamo.
“Un buon oratore deve possedere conoscenze estese in diversi ambiti, senza le quali si ha una vuota e ridicola produzione di parole” scrive Cicerone. Nulla di più vero ed attuale.
Attenta selezione dei termini, una precisa organizzazione delle parti del discorso, esperienza degli stati d’animo umani, gradevolezza, buona formazione culturale, prontezza e capacità di sintesi nel replicare o nel provocare accompagnate da grazia ed eleganza. Questi sono, secondo Cicerone, unitamente alla capacità gestuale, all’espressione del volto e alla modulazione della voce, i requisiti di un perfetto oratore.
Dobbiamo esortare i giovani, e tutti coloro ai quali auguriamo successo e prestigio, a comprendere la grandezza e la complessità dell’arte oratoria e a non confidare semplicemente nei precetti e nelle tecniche, o nei maestri della comunicazione, bensì a seguire un percorso diverso.
Nessuno potrà diventare un apprezzato oratore se non avrà conseguito adeguate conoscenze e abilità nelle discipline più importanti: il discorso deve infatti sbocciare e scaturire da una padronanza degli argomenti. Se il tema non è stato appreso e assimilato bene dall’oratore, suonerà come una sterile e infantile esposizione.
Chi mira a esprimersi in modo eccellente non deve soltanto possedere quella capacità che gli è propria, vale a dire parlare con scioltezza e facilità, ma anche impossessarsi di quella affine e in un certo senso contigua che è l’arte di ragionare.
La tecnica della discussione e la capacità di dibattere appartengono specificamente all’arte del ragionamento, mentre l’abilità di tenere un discorso in modo eloquente rientra nell’arte di comunicare.
Un discorso ordinato, elegante e abbellito con qualche artificio stilistico non è sufficiente se l’argomento in oggetto, di qualsiasi genere o ambito sia, non sarà stato appreso con precisione e profondità.
“Per parlare di un argomento bisogna conoscerlo”. Non ci può essere abilità di comunicare se non c’è una solida assimilazione di ciò che si deve comunicare.
Come l’oratore può esprimersi meglio su quegli argomenti che appartengono ad altre discipline se li ha studiati, così gli esperti delle altre discipline possono esprimere meglio i propri argomenti se hanno appreso qualche elemento dell’arte oratoria.
“In un discorso, così come nella vita, niente è più difficile quanto capire che cosa sia appropriato”. Questo concetto, che i Greci chiamano prepon e che in latino è definito decorum, merita un’attenzione particolare: trascurandolo, si compiono errori non solo nella vita, ma molto spesso anche nella letteratura e nell’arte della comunicazione.
Non può essere utilizzato infatti lo stesso genere di discorso e lo stesso tipo di concetti per ogni circostanza, livello, autorità, età, tempo, luogo o uditorio. Per ogni fase del discorso, come in ogni situazione dell’esistenza, bisogna saper valutare quale sia la cosa più appropriata.
Per tradizione, l’arte oratoria è composta da cinque parti:
L’oratore dovrà dunque saper individuare i contenuti pertinenti al proprio argomento, dovrà quindi saperli organizzare nel discorso, non solo in base a un ordine logico bensì anche a criteri di importanza e opportunità. Si tratterà poi di esprimere in termini appropriati ciò che si è individuato e ordinato, di fissare il tutto nella mente e infine di esporlo in modo adeguato ed efficace.
Queste sono le cinque parti che tratteremo nei successivi articoli se vorrete seguirmi.
¹Marco Tullio Cicerone (Arpino, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.) è stato un avvocato, politico, scrittore e oratore romano.