Come spesso avviene per le nuove tecnologie, anche per la blockchain il valore intrinseco non sta nella tecnologia, ma nell’organizzazione. Avviene anche per il DevOps nella produzione del software così come per l’adozione delle Software Defined networks (SDN) o delle Software-Defined Infrastructure (SDI).
La vera sfida, ma in fondo il vantaggio competitivo, risiede nell’organizzazione, non nella mera tecnologia. Nel caso delle blockchain più che mai, visto che la blockchain non si fa da soli.
Come scrive nel suo splendido testo Mauro Bellini: “La blockchain è un paradigma, basato su una nuova tecnologia e su una nuova organizzazione che numerose aziende adottano per migliorare, tutte assieme, la gestione del business, dei processi, delle transazioni o di tanti altri aspetti del fare impresa. Dunque, la blockchain non si adotta, ma si “partecipa””.
La blockchain è un registro digitale le cui voci sono raggruppate in blocchi, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia.
La blockchain non ha motivo di essere adottata tra un numero limitato di soggetti le cui relazioni sino storicamente consolidate ed esista tra loro reciproca fiducia. La blockchain fornisce invece un enorme contributo nei casi in cui si voglia rendere più efficiente, velocizzare e mettere in sicurezza rapporti tra soggetti costituenti un eterogeneo ecosistema che si sostanzino in transazioni, pagamenti, rapporti contrattuali, condivisione di dati o verifiche e certificazioni.
Ma, quando conviene considerare il ricorso ad una blockchain?
La tecnologia blockchain entra nel processo di trasformazione digitale delle organizzazioni creando valore, sostituendosi a soggetti centralizzati, nella condivisione di asset non necessariamente economici. Ma la sfida, per chi saprà raccoglierla, è prima di tutto organizzativa.
Bibliografia: