Andrea Cornelli, vicepresidente di UNA Associazione Aziende della Comunicazione Unite e Portavoce PrHub ci porta l’esperienza e la voce dell’associazione di categoria e dei suoi professionisti.
Covid-19: pubblico e privato stanno cambiando, ma cosa succederà alla comunicazione?
Sono moltissime le riflessioni e le analisi che vengono pubblicate dai diversi media in questo periodo. Dati ondivaghi, spesso in conflitto tra loro, quasi impossibili da decifrare e raramente utili per poter correttamente gestire il presente e pianificare il futuro. Un periodo di difficile gestione, anche psicologica, legata al fatto che buona parte delle nostre certezze è venuta meno sia per le Aziende che per i privati cittadini. Pensiamo alla gestione del risparmio, ai beni rifugio, alle valutazioni immobiliari, all’andamento della borsa e dei metalli preziosi. Pensiamo alla tutela dei posti di lavoro e alle prospettive delle Aziende, alla sostenibilità degli investimenti in beni strumentali, alla tenuta delle percentuali di export del sistema Italia. Ancora, pensiamo alla gestione del tempo nel rapporto tra smartworking e famiglia, alla tenuta del sistema turistico, alle necessità del sistema scolastico e formativo. Un radicale cambiamento, senza ritorno. O, meglio, un’accelerazione verso il futuro che non ci aspettavamo. La necessità di confrontarsi con questa nuova realtà e l’esigenza impellente di imparare a conviverci, prima, e di renderla gestibile, presto.
Quali saranno i temi che dovrà trattare la comunicazione per essere un attore responsabile del cambiamento in corso?
Anche i non addetti ai lavori si sono ormai resi conto della sempre crescente importanza, ora più che mai, di una comunicazione corretta, comprensibile, credibile. Comunicazione che possa dare un determinante contributo positivo alla necessità, di tutto il nostro sistema, di ritrovare rapidamente certezze e fiducia. Tutti i diversi DNA che popolano il mondo della comunicazione ne sono consapevoli, ma questa assunzione di responsabilità deve vedere ingaggiati, prima di altri, i players più strategici. Quelli in grado di vedere lontano e di riorganizzare le piattaforme sociali e comunicative su cui si basa tutto il nostro sistema perché possano tornare a venire popolate e vissute con la giusta consapevolezza e razionalità. Diventa quasi naturale, quindi, pensare e fare riferimento alle Relazioni Pubbliche, da sempre identificate come l’origine del pensiero strategico su cui vengono poi strutturati i grandi progetti di comunicazione. Quali potranno essere, quindi, i temi su cui focalizzare? La credibilità delle Istituzioni, prima di tutto, necessaria per ricostruire un clima di reciproca fiducia con la popolazione e che deve necessariamente passare da analisi stringenti e conseguenti azioni a tutela della reputazione, ora davvero ai minimi termini. L’affidabilità e la disponibilità del sistema bancario, percepito sempre più come soggetto lontano dalle effettive necessità di Aziende e privati, che dovrà dedicare molte più risorse e intensità comunicativa al proprio fondamentale ruolo sociale.
Valore Italia e capacità di aggregare le competenze, che ruolo avranno?
La competitività del prodotto Italia all’estero, potrà e dovrà essere sostenuto da campagne di comunicazione capaci di rendere evidente il valore aggiunto dei nostri prodotti e del nostro pensiero, partendo dalla nostra credibilità e dalla nostra affidabilità. Processi evolutivi utili a creare una piattaforma di valori strategici, fondamentali per poter poi sostenere e amplificare il valore delle campagne di comunicazione più tattiche dedicate a vari settori, prodotti o marchi. Questa pandemia ci ha brutalmente ricordato quali sono molti dei nostri limiti e, allo stesso tempo, ci ha insegnato che solo con la condivisione e la collaborazione è possibile guardare al futuro con rinnovato vigore. Infatti, solo la condivisione e la collaborazione tra le tante diverse professionalità comprese nel mondo della comunicazione ci permetteranno di tornare a pensare e ad agire positivamente.