Secondo Winston Churchill “un cambiamento non sempre produce un miglioramento, ma un miglioramento richiede sempre un cambiamento”.
Molti sono i modelli elaborati volti ad interpretare il cambiamento organizzativo. Uno dei primi modelli fu elaborato da Kurt Lewin, psicologo tedesco, ma anche studioso di comunicazione e sviluppo delle organizzazioni.
Il modello di Lewin deriva dalle teorie biologiche dell’adattamento degli organismi, le quali affermano come questi ultimi si adattino alle pressioni del proprio ambiente e, quando questo accade per un periodo prolungato di tempo, essi divengono resistenti a qualsiasi cambiamento che sconvolga l’equilibrio raggiunto.
Figura 1 – Evoluzione del processo di cambiamento secondo Kurt Lewin.
Secondo Lewin, il cambiamento in un’organizzazione può realizzarsi attraverso tre fasi fondamentali.
lo scongelamento di norme e strutture è la prima fase. Questa fase implica la creazione, mediante una buona comunicazione, di una consapevolezza della necessità del cambiamento, di un clima adatto e di conseguenza di una motivazione diffusa affinché gli individui dell’organizzazione siano disposti a modificare i propri equilibri.
Questa fase mira al superamento delle abitudini esistenti e delle resistenze che naturalmente si verranno a creare. Questa è la fase più difficile perché comporta il disagio di rinunciare a qualcosa cui si è legati. La perdita minaccia l’immagine della persona e comporta lo stare in uno stato d’incertezza e d’instabilità. Lo scongelamento, quindi, rappresenta la pressione che induce l’organismo, di per sé resistente al cambiamento, a cambiare. Se questa fase non viene realizzata in maniera adeguata, il processo di cambiamento può fallire.
Questa è la fase in cui il cambiamento viene analizzato, progettato e realizzato. Vengono sviluppate e attuate, mediante un’adatta strategia, le modifiche necessarie che possono riguardare persone, mansioni, strutture e tecnologie.
I manager devono diffondere positività verso il cambiamento in modo che il personale a sua volta risponda in modo ugualmente positivo. La disponibilità all’ascolto e a fornire chiarimenti è determinante.
Con l’ultima fase, quella del ricongelamento, il cambiamento viene reso permanente attraverso l’integrazione dei fattori di cambiamento nella nuova cultura organizzativa. Vengono consolidate le nuove abitudini incorporando i nuovi punti di vista sia nel mondo interno della persona che nelle relazioni tra la persona e i principali interlocutori, e viene ricreato un nuovo equilibrio organizzativo, con il quale gli individui avranno familiarità.
Spesso, se si salta questa fase, si rischia di avere effimere adesioni ai nuovi concetti e alle nuove opinioni e si retrocede rapidamente ai vecchi modus operandi.
Bibliografia: