Oggi parleremo del punto di vista, sinonimo di modo di vedere, parere, opinione,…
Nasce come elemento tipico della narrazione e rappresenta proprio la prospettiva da cui viene raccontata la vicenda.
Quasi per gioco proviamo a fare un esempio (anticipo le scuse per la leggerezza del tema).
Punto di vista di Stefania: siamo in estate, c’è un gran caldo e mi sono riparata in questa pineta dove l’ombra degli alberi dà un po’ di sollievo. Ad un certo punto sento il tipico ronzio di una zanzara e dopo pochi secondi, inevitabilmente, avverto nel braccio un crescente fastidio tipico di una puntura di questo insetto. Uffa! Animali inutili, ma quanto sono fastidiosi?!
Punto di vista della zanzara: mi serve adeguato nutrimento per riprodurmi e portare a termine lo sviluppo delle mie uova. Devo trovare un mammifero che mi possa fornire le proteine di cui ho bisogno. Ecco finalmente il giusto essere umano! Mi basterà proprio un goccio di sangue: meno di un centesimo di millilitro. Poi riprenderò la mia vita, continuerò l’impollinazione di diversi tipi di piante e – ahimè – le larve che produrrò in parte nutriranno altri piccoli animali.
Questa è la prima volta che do voce e spazio ad una zanzara ed ascolto le sue spiegazioni del perché mi punge. Questo non cambia il fatto che la sua puntura mi irriti la pelle, ma almeno adesso capisco perché lo fa. Conosco il suo… punto di vista!
Saper guardare le cose da un’altra prospettiva e valutare il punto di vista altrui è una grande qualità e non è per nulla facile. Ma già avere la consapevolezza che la nostra realtà è innanzitutto ciò che noi pensiamo e percepiamo, è un ottimo punto di partenza. È in questo senso che vale la pena sottolineare il valore di esercitarsi nel guardare le cose da più angolazioni.
Qualche tempo fa in un bar ho visto un simpatico cartello che recitava “non posso guidare, devo bere!”… trasposizione della più nota espressione “non posso bere, devo guidare”. Ora, queste due citazioni contengono lo stesso messaggio, non ce n’è una giusta e una sbagliata: entrambe spiegano bene che le due cose – bere e guidare – sono tra di loro incompatibili. Eppure, se esaminate puntualmente, non sono identiche…suggeriscono priorità e scelte diverse. Mi pare si possa dire a ragione che dicono la stessa cosa da due punti di vista diversi.
Andando oltre, il cercare di vedere le cose da un punto di vista diverso arricchisce, stimola – a sua volta – nuove riflessioni che possono portarci a mettere in discussione posizioni radicate o magari aiutarci a trovare soluzioni ad un problema visto da un’altra prospettiva.
Ricordate il grandissimo film L’attimo fuggente? Il professor John Keating saliva sulla cattedra in piedi proprio per guardare le cose da un’angolazione diversa. E – confermava lui – il mondo appariva diverso da lassù.
Nel rapporto con gli altri, un solo punto di vista (il nostro) è sterile: non consente di capire l’altro, i motivi del suo pensare e del suo agire. Cambiando prospettiva, quello che è confuso può diventare chiaro, il diverso può diventare simile, il distante può diventare vicino, ciò che ci assilla può divenire controllabile.
A mio avviso, poi, la cosa grandiosa e potente del riuscire a vedere le cose da un altro punto di vista è che i primi veri beneficiari siamo proprio noi.
Riuscire a considerare, concepire e sperimentare le cose in un modo diverso dal solito aiuta a scoprire essenze che non immaginiamo possano esistere né dentro di noi né attorno a noi. E più mettiamo insieme frammenti visti da diverse angolazioni, più diventiamo ricchi e completi (quindi migliori!).
Con la consapevolezza che vale davvero la pena mettersi in gioco, vediamo come sviluppare questa attitudine. Riprendendo il passaggio fatto in precedenza:
1. Quel che è confuso può diventare chiaro. Prendendo in prestito il verbo guardare nella sua accezione di base noterai che se avvicini troppo una cosa agli occhi, ovvero se è troppo distante, in entrambi i casi non riuscirai a vederla chiaramente. Questo vale più in generale per i pensieri, i problemi, le relazioni: è necessario trovare la giusta distanza per dare loro la giusta forma. Una cosa alla volta, ponila all’interno dell’appropriato contesto, considera il quadro d’insieme e poi focalizzati sul punto per te importante, il “nocciolo della questione” e guardane tutte le possibili sfaccettature. È un po’ come scrivere un indirizzo per arrivare al punto voluto: nazione – provincia – comune – strada e numero civico.
2. Il diverso può diventare simile. Molto spesso ciò che noi identifichiamo come “diverso” è in realtà solo sconosciuto, qualcosa o qualcuno che non rientra nei nostri schemi mentali. Vale per le persone, ma anche per le cose, i pensieri, le riflessioni. Su questo tema oggi di grandissima attualità, trovo che leggere (o rileggere) Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda aiuti davvero molto. Se, con apertura mentale, ascoltiamo e ci avviciniamo anche a chi riteniamo differente da noi, potremmo scoprire che abbiamo più elementi in comune rispetto a quelli che ci differenziano.
E sul piano pratico? Facciamo il caso che devi lavorare su un progetto con il supporto di un collega. Le vostre due visioni sono troppo diverse tra di loro per potersi fondere insieme? Considerala un’opportunità. Parti dal punto che ritieni focale e quindi arricchiscilo con i contributi di entrambi: sarà migliore, più variegato e includerà sicuramente aspetti che tu – da solo – non avevi considerato.
3. Il distante può diventare vicino. Trovo che il verbo avvicinarsi (avvicinare nella forma riflessiva) abbia una forte connotazione di dolcezza e positività, soprattutto se lo pensiamo nel suo significato di ridurre le distanze.
Ad esempio, un collega con cui proprio non riesci a trovare un punto d’intesa? Lo hai sempre visto come troppo distante da te, non avete proprio punti in comune? In un momento di pausa, davanti ad un caffè, prova a chiedergli quanto tempo ci mette ad arrivare in ufficio o se conosce un posto dove si mangia davvero bene oppure se ha mai preso un caffè nel bar all’angolo… Stimolalo a parlare di qualcosa che lo interessa e che gli è vicino e vedrai che sicuramente troverete argomenti in comune che, via via, renderanno migliore il vostro rapporto.
In ufficio ti affidano un’attività che non è nelle tue corde? Per prima cosa rifletti se non si tratta, in realtà, di un compito che ritieni di non sapere fare. Focalizzati poi sull’obiettivo e scegli la strada che ritieni più prossima al tuo modo di essere per arrivare alla meta. Raccontati ad alta voce il perché ritieni quella cosa così distante da te… ascoltati: sei davvero convincente? Valorizza i lati positivi, sottolinea ciò che imparerai, ricordati le tue potenzialità e affronta con spirito il nuovo percorso che, sono certa, alla fine ti darà grandi soddisfazioni.
4. Ciò che ci assilla può divenire controllabile. A volte siamo travolti da pensieri e preoccupazioni che ci tormentano senza sosta, li viviamo come problemi insormontabili e ci tolgono sonno e sorriso. In questo caso può aiutare prendere l’oggetto della nostra inquietudine e trasportarlo nel tempo: domani, tra un mese, tra sei mesi sarà ancora così ingombrante o siamo solo così travolti perché lo stiamo vivendo oggi? Non ci è per caso già successo che qualcosa che nel passato ci era parso insuperabile oggi è solo un vago ricordo? A volte allontanarsi aiuta a mettere meglio a fuoco gli elementi essenziali della questione, senza essere in balia dell’impulsività. Molto spesso il problema si ridimensiona proprio quando riusciamo a guardarlo da un punto di vista diverso e riusciamo così ad affrontarlo correttamente senza esserne investiti.
Tutti questi esempi sottolineano ancora una volta come le persone possono vedere la stessa cosa in maniera completamento diversa, con motivazioni comunque valide e giuste. E questo vale anche per pensieri, percezioni, opinioni, pareri, considerazioni…
Per superare i limiti che ora forse ci sono più chiari di avere un solo punto di vista, occorre quindi uscire dai propri schemi mentali, ascoltare gli altri, guardare le cose da un’altra prospettiva, cambiare appunto… punto di vista!
E trovo che la migliore sintesi sul tema la proponga Abraham Lincoln con questa sua frase:
Possiamo lamentarci perché i roseti hanno le spine o rallegrarci perché i cespugli spinosi hanno le rose. Dipende dai punti di vista.