La motivazione: soldi, carriera, oppure…?

La motivazione: soldi, carriera, oppure…?

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Di motivazione al lavoro se ne parla tanto e da tanto. Gli slogan sull’importanza di avere dipendenti motivati sono sempre convincenti e chi in azienda ha dei collaboratori, dai manager ai team leader – passando per chi per mestiere si occupa di persone come la funzione HR, sa che la motivazione è un elemento imprescindibile per raggiungere buoni risultati.

Ma non solo: visto il tempo che occupa il lavoro nella vita di ciascuno, trovare la giusta motivazione ha un impatto molto positivo anche sull’equilibrio e la felicità individuale. Il lavoro, infatti, oltre ad essere per tanti la fonte principale di sostegno economico, ha un forte legame anche con la soddisfazione (o insoddisfazione) personale.

I beneficiari di un buon livello di motivazione, insomma, sono sia l’azienda sia i dipendenti.

La motivazione è la “spinta a muoversi”: è quell’impulso che induce la persona a svolgere la sua attività bene, con passione, senza riserve. È molto probabile che una persona motivata abbia alti livelli di produttività e raggiunga con successo gli obiettivi assegnati e questo instaura un circolo virtuoso, alimentando e accrescendo a sua volta la fiducia in sé, sicurezza e senso di autorealizzazione.

Da queste poche righe immagino sia già chiaro a tutti che investire sulla motivazione propria e dei propri dipendenti sia davvero un’ottima scelta.

Come fare? La motivazione non ha una formula unica: cambia da persona a persona e nella stessa persona cambia piuttosto velocemente nel tempo. Va anche considerato che risente particolarmente dell’ambiente e di altri elementi esterni.

I manager poco sensibili alle tematiche umane spesso concludono – un po’ frettolosamente – che le persone sono scontente per la retribuzione o per la mancanza di carriera. Non si può dire che questi aspetti non siano importanti per le persone, ma attenzione! non sono i motivi né unici né principali.

Questa discrepanza tra immaginato e realtà fa spesso, alla lunga, danni irreparabili.

La strada migliore per capire cosa può motivare i propri collaboratori è… indagare! Affidarsi a un buon consulente può essere un utile investimento: esterno alle dinamiche dell’azienda e alle relazioni interpersonali, può ascoltare e cogliere al meglio cosa può s-muovere davvero le persone, che si sentiranno libere di aprirsi e parlare liberamente.

Trovare le giuste leve per incrementare la motivazione dei propri collaboratori porterà tangibili benefici all’azienda, come:

  • Basso turn-over del personale, con conseguente riduzione delle spese di sostituzione, inserimento e formazione
  • Abbassamento dell’assenteismo
  • Dipendenti concentrati e impegnati che commettono quindi meno errori
  • Miglior livello di servizio offerto al cliente

Inoltre le persone attueranno, con naturalezza e in maniera crescente, comportamenti virtuosi come

  • Maggiore produttività
  • Creatività e reattività
  • Lealtà verso l’organizzazione
  • Collaborazione più stretta con altri dipendenti e quindi team più performanti
  • Migliori risultati

Una delle metafore più chiare è definire la motivazione come il carburante per muovere un motore. Si può avere a disposizione la macchina migliore (cioè un talento con spiccate capacità e conoscenze), ma senza carburante (la motivazione, appunto) la vettura non si muove e viene superata anche da modelli meno valenti (persone meno talentuose).

Un progetto per lavorare sulla motivazione delle persone vuol dire quindi comprendere cosa spinge il singolo a fare, a proseguire, a impegnarsi.

Un approccio serio al tema non individua aprioristicamente degli interventi standard e massivi, ma a seconda delle peculiarità dell’azienda vanno studiati, con il coinvolgimento dei manager apicali, i passi da fare, tenendo conto sia del risultato atteso sia di cosa si è in grado poi di realizzare realmente.

Un progetto di ascolto con fine motivazionale, infatti, non può prescindere da una reale volontà di rispondere, anche solo in piccola parte, alle attese dei dipendenti. Altrimenti, nei fatti, diventa un boomerang che de-motiva, con il risultato diametralmente opposto alle attese.

Un piccolo budget per interventi logistici, qualche agibilità su welfare, un po’ di flessibilità organizzativa o la possibilità di partecipare a qualche corso di formazione non possono mancare.

A seconda del ruolo, dell’età, della situazione personale e familiare si potrebbero avere richieste molto diverse. Per qualcuno potrebbe essere solo una macchinetta del caffè, per altri una riflessione sullo stipendio, qualcheduno potrebbe chiedere di raggiungere una certificazione, mentre altri potrebbero solo ambire ad essere maggiormente ascoltati o coinvolti, oppure, ancora, flessibilità negli orari, apprezzamento per il lavoro svolto, più comprensione per i problemi familiari, lavorare in armonia, conoscenza dei piani strategici, carriera, sicurezza del posto di lavoro…

Ovviamente, pur facendo le giuste azioni, non si riuscirà ad avere tutti i dipendenti contenti e motivati, ma sarà l’ambiente stesso che tenderà a dargli un ruolo di secondo piano, messi all’angolo da tutti gli altri dipendenti motivati.

Se sei interessato ad approfondire il tema o vuoi informazioni per un progetto motivazionale per la tua azienda, contattaci!

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