Il termine metaverso deriva dalla composizione etimologica dei termini meta (dal greco “μετά”, “oltre”) ed universo. Detto così, la parola Metaverso può essere intesa come tutto ciò che è oltre il nostro Universo, alludendo a un’interfaccia in cui possiamo interagire solo attraverso la tecnologia, che funge da ponte tra la nostra realtà e questa nuova realtà digitale da noi creata. Il primo uso del termine è attribuito a Neal Stephenson, scrittore del romanzo cyberpunk Incidente sulla neve.
Tuttavia, la realtà descritta da Neal nel suo romanzo esisteva già molto prima. Un esempio ne è l’opera di Theodor Holm Nelson, creatore di Progetto Xanadú, che sarebbe diventato il primo progetto ipertestuale creato nel 1960. Si tratta di un universo di documenti supportati da una rete di migliaia di computer distribuiti in tutto il mondo. Una rete a cui ogni utente può accedere con un’identità univoca e riconosciuta e nel quale, infatti, ogni documento e spazio potrebbe trovarsi o meno in più nodi della rete per evitarne la perdita o la censura. Senza dubbio, un’idea molto simile a quella che vediamo ora con Reti P2P e con la tecnologia blockchain.
Successivamente, opere come quella dello scrittore Norman Spinrad e il suo romanzo Canzoni dalle stelle del 1980, opere come quelle di Masamune Shirow e i suoi famosi manga e anime Fantasma nella conchiglia del 1989, così come quello di Esperimenti seriali rimasti di Chiaki Konaka e Ryutaro Nakamura del 1998, per non parlare di Matrice del 1999 delle sorelle Lana e Lilly Wachowski.
In tutti questi casi assistiamo agli ingredienti base di metaverso, ossia una realtà virtuale in cui potete avere il vostro personaggio, personalizzarlo, dargli abilità, interagire con ogni elemento di quella realtà virtuale, inclusi altri personaggi che sono al suo interno, e la possibilità di fare cose che non potreste mai fare nel mondo reale.
Serie tv e film di fantasia già da anni hanno cominciato a fornirci spunti su che cosa possa significare una vita reale che finisce per mescolarsi fino a quasi confondersi ad una realtà virtuale. Pensiamo a casi celebri quali Sword Art Online o Ready Player One.
Metaverso è oggi un termine che è divenuto la parola d’ordine nel settore tecnologie emergenti e del quale ogni investitore vuole far parte sin da subito.
Parlare oggi dell’importanza del metaverso è un pò come discutere di cosa fosse Internet negli anni ’70. Gli sviluppi concreti di una nuova forma di comunicazione erano sotto gli occhi di tutti, ma nessuno riusciva davvero ad afferrare quale sarebbe stato poi il risultato finale.
Nel caso del metaverso non ci riferiamo ad un tipo specifico di tecnologia, ma piuttosto a un ampio cambiamento nel modo in cui interagiamo con una tecnologia che spesso già esiste. Con il termine si intende generalmente un mondo virtuale altamente immersivo e condiviso, in cui le persone si riuniscono per giocare, socializzare e lavorare. Esso è fortemente legato allo sviluppo del Web 3.0 di cui abbiamo parlato nel nostro articolo Il Web 3.0, che alcuni ritengono sarà il prossimo capitolo dell’esistenza di Internet costruita su blockchain.
Il concetto non è però così nuovo come sembra. Già nei primi anni 2000 cominciarono a comparire i primi precursori del metaverso, tra i quali senza dubbio Second Life, che ancora oggi vanta circa duecentomila utenti attivi ogni giorno.
I più grandi innovatori del web oggi stanno tutti puntando gli occhi sul metaverso. Se anche Mark Zuckerberg ha cambiato il nome della sua società in Meta, alludendo al metaverso come all’internet del futuro, un motivo ci sarà.
Anche Microsoft vuole dare il proprio contributo creando una sorta di metaverso aziendale. Molti giochi multiplayer online come Fortnite, Minecraft (di proprietà di Microsoft) e Roblox hanno già reso il social gaming un fenomeno mainstream, creando piattaforme che possono essere considerate i primi elementi per lo sviluppo del metaverso che verrà.
In effetti la potenza di calcolo necessaria a supportare una realtà virtuale su larga scala sta emergendo solo ora. Aziende come Hadean ed Improbable, specializzate nella creazione di computer distribuiti su larga scala, riescono oggi a sopportare fino a decine di migliaia di giocatori sullo stesso server contemporaneamente, e molte aziende già parlano di ospitare concerti ed eventi sportivi per addirittura centinaia di migliaia di persone contemporaneamente, un concetto che fino a pochi anni fa era impensabile.
Tuttavia, ciò che abbiamo visto essere iniziato con la letteratura cyberpunk di fantascienza è ora una realtà a noi molto prossima grazie all’aumento della potenza di calcolo e alla capacità di memorizzazione dei nostri computer che consentono ora un’elaborazione 3D quasi realistica.
Inoltre, ora possiamo creare reti peer-to-peer per condividere informazioni in modo decentralizzato e sicuro in tutto il mondo. Inoltre, le tecnologie tattili e di immersione ci aiutano a percepire il mondo virtuale in cui siamo entrati. E infine, ora abbiamo la possibilità di creare oggetti unici e trasferibili che ci consentono di creare oggetti fungibili e non fungibili all’interno di quei mondi virtuali. Ovviamente stiamo parlando di tecnologia blockchain.
Ora che abbiamo tutti gli elementi per creare metaversi, inizia la corsa verso una realtà alternativa che possiamo sperimentare attraverso i nostri schermi. Un buon esempio di questo è Second Life, un gioco nato nel 2003 in cui potete avere il vostro avatar, personalizzarlo e interagire con un immenso universo virtuale. Un altro gioco nello stesso senso è Habbo nato nel 2004 o Chat virtuale nato nel 2014, dove le dinamiche sono analoghe: trasportarvi in un mondo virtuale.
Tra i più recenti tentativi di creare metaversi, questa volta attraverso la tecnologia blockchain, possiamo citare Decentraland, The Sandbox, Star Atlas o Bloktopia, che combinano l’apprendimento delle esperienze precedenti, uniscono nuove tecnologie e si sforzano di ridurre il più possibile la linea che divide la realtà con il metaverso. A questo si uniscono anche proposte come quelle sollevate da Microsoft, Meta (il noto Facebook) e Google che cercano di creare un nuovo livello che, sicuramente, sarà chiuso e centralizzato.
Tendezialmente le tecnologie che compongono il metaverso vanno ad includere, da una parte, la cosiddetta realtà virtuale, caratterizzata da mondi digitali che continuano ad esistere e progredire anche quando non state partecipando in prima persona e, dall’altra, la cosiddetta realtà aumentata che combina aspetti del mondo digitale a quelli della realtà fisica.
Tuttavia, non è necessario che tali spazi virtuali siano accessibili esclusivamente tramite VR o AR. Alcune esperienze del metaverso faranno molto affidamento sui visori VR, ad esempio per riunioni o per corsi di formazione immersiva, e di conseguenza troveranno ampio spazio quelle aziende che stanno creando occhiali VR, o sviluppando il tracciamento delle mani con i vari modi per manipolare oggetti virtuali.
Tuttavia, tali strumentazioni non saranno sempre indispensabili: pochissimi degli utenti che giocano a Roblox o Minecraft lo stanno facendo con degli occhiali VR anzi, essi interagiscono per lo più da dispositivo mobile.
Come accaduto con l’arrivo di Internet e tutti i cambiamenti che la sua esistenza ha portato per l’umanità, la tecnologia blockchain e la sua rivoluzione nel sistema finanziario da un lato e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e il suo potenziale per generare nuovi campi di ricerca dall’altro hanno rafforzato il boom di metaversi come un modo per cambiare il modo in cui interagiamo con il mondo reale e virtuale.
Blockchain ha aggiunto un ampio potenziale di applicazioni finanziarie decentralizzate e l’implementazione di funzionalità NFT, mentre l’intelligenza artificiale e altre tecnologie come la realtà virtuale e aumentata aggiungono un’esperienza utente senza precedenti.
L’evoluzione dei metaversi migliorerà certo con la crescita della tecnologia. A ciò si aggiunge che la clientela inizia a comprendere ed assimilare il concetto e inizia a incorporarlo come facente parte della propria vita. Sarà un processo progressivo ma, alla fine, conquisterà gli spazi fino a diventare un luogo comune. In effetti, per esempio, Second Life è di gran lunga uno dei più grandi metaversi in circolazione oggi. Questo gioco conta circa 50 milioni di account, più di 700 mila utenti attivi al mese e sfiora gli 800 milioni di dollari l’anno.
Da parte sua, in blockchain, Decentraland supera i 150.000 utenti proprietari e un valore di mercato di oltre 7 miliardi di dollari. Questa enorme capacità economica è ciò che spinge le aziende a cercare un modo per essere presenti nei metaversi. Ciò perché questi spazi saranno nuovi mercati per fornire servizi e creare nuovi prodotti. Si tratta di una nuova espansione economica dal mondo reale al mondo virtuale.
Le criptovalute e i token non fungibili (NFT) semplificano le attività di acquisto e vendita degli oggetti all’interno del metaverso, aprendo infinite opportunità commerciali e, cosa assai più importante, rendono possibile spostare la propria identità virtuale e le proprie merci e servizi tra i diversi mondi di realtà virtuale. Potreste, ad esempio, acquistare un prodotto da un gioco di ruolo virtuale e trasformarla in un prodotto all’interno di un metaverso differente.
Il metaverso diventa veramente tale quando vi è la possibilità di passare senza problemi tra le differenti piattaforme virtuali nel modo in cui i romanzi di fantascienza come Ready Player One avevano già provato ad immaginare. Pensiamo ad esempio a quel momento negli anni ’90 in cui i telefoni cellulari hanno iniziato a consentire alle persone di scambiarsi messaggi su reti diverse: improvvisamente la messaggistica mobile è esplosa oltre le aspettative di chiunque.
Il metaverso non è appannaggio solo dei videogiochi. I giochi costituiscono solo il più intuitivo punto di partenza ma, se ci si abbandona ad una visione più ampia del Web3.0, il metaverso diventa molto di più.
Fortnite ha ospitato concerti di Ariana Grande e Travis Scott, mentre il concerto su Roblox di Lil Nas X lo scorso anno ha fatto registrare 33 milioni visualizzazioni. Un numero enorme di artisti, dai musicisti alle case di moda, costruiranno attività che girano attorno alla fornitura di beni e servizi per il metaverso. Gravity Sketch, con sede a Londra, ha di recente lanciato una stanza di collaborazione virtuale in cui i designer possono lavorare assieme da remoto sullo stesso progetto di design 3D.
Altrettanto importante è il versante maggiormente incentrato sul business, le riunioni aziendali, i corsi di formazione ed istruzione, l’assistenza sanitaria da remoto. Una startup svedese, ad esempio, sta realizzando dei video in VR (Virtual Reality) per la formazione aziendale, oltre che un progetto pilota di servizio medico in cui i pazienti che soffrono d’ansia sono in grado di superare le proprie paure entrando a far parte di scenari sociali immersivi assieme ad un terapeuta connesso dal proprio studio.
In generale, è probabile che ogni azienda avrà una qualche forma di presenza all’interno del metaverso. Centinaia di imprese, dalle nuovissime startup agli affermati giganti della tecnologia, stanno già cercando di ritagliarsi un proprio spazio nel futuro virtuale.
Con il metaverso nasceranno inevitabilmente anche diverse controversie sulla proprietà intellettuale, la protezione dei dati, la licenza dei contenuti ed i rischi relativi al trasferimento di risorse crittografiche.
Per gli investitori, il rischio più grande sarà però quello di capire con anticipo quali aziende saranno effettivamente in grado di costruire un metaverso avvincente a cui le persone vorranno unirsi. D’altronde è evidente come si stia aprendo una vera e propria battaglia per stabilire se il metaverso sarà governato da una grande società come Facebook o se sarà invece caratterizzato da tutta una serie di società emergenti che riusciranno ad integrarsi in una realtà virtuale realmente condivisa.
“Ciò che Facebook sta proponendo del metaverso è un controllo molto centralizzato sull’intero ecosistema. Un modello alternativo è invece incarnato su ciò che stiamo vedendo nello spazio blockchain, nel quale coesisteranno più valute digitali e più aziende con le quali interagire“, afferma Jean-Philippe Vergne, professore associato presso la UCL School of Management “Penso che questa sia la guerra che avrà luogo nei prossimi 10 anni“.
Ad ogni modo la maggior parte degli osservatori dubita che Facebook sarà effettivamente in grado di dominare il metaverso, in quanto la maggior parte degli individui che stanno oggi costruendo il metaverso sembrano concordare su un desiderio collettivo di apertura e decentramento; e per rendere tale concetto realtà, la libera concorrenza sarà fondamentale.
La vera differenza tra il metaverso centralizzato ed il metaverso decentralizzato è il controllo. In un metaverso decentralizzato non esistono soggetti che possono staccare la spina dalle risorse blockchain chiudendo un titolo o rimuovendo funzionalità. Gli elementi NFT in-game possono esistere oltre la durata dei giochi e conservare il proprio valore fintanto che ce ne sarà domanda. I giochi blockchain introducono inoltre la nozione di play-to-earn la quale non fa altro che compensare i giocatori per il tempo che trascorrono a godere di determinati titoli. Ciò potrebbe ad esempio verificarsi con la rimozione di un oggetto raro da una piattaforma per venderlo altrove o ancora nell’accumulare token di gioco poi convertibili in criptovalute quali ETH.
Le regole sono ancora in fase di definizione. I giochi blockchain di oggi sono molto semplici e grezzi, tuttavia diversi hanno già sfondato, in particolare The Sandbox di Animoca Brand, Axie Infinity di Sky Mavis, e Decentraland. The Sandbox, che alcuni considerano un prototipo di metaverso, è un gioco mobile 3D open world che consente agli utenti di acquistare, vendere e sviluppare immobili digitali. Il suo token di gioco proprietario, SAND, ha una capitalizzazione di mercato di diversi miliardi di Euro e, a novembre 2021 Softbank ha operato un investimento per 93 milioni di dollari nella piattaforma. EA Sports ed Epic Games hanno entrambi espresso interesse per la tecnologia, mentre Zynga ha recentemente annunciato una partnership per sviluppare giochi basati su NFT.
L’interesse per gli NFT su blockchain è davvero importante. DappRadar, che tiene traccia delle vendite globali di NFT, afferma che nel 2021 le transazioni hanno totalizzato circa 25 miliardi di dollari, dai quasi 100 milioni del 2020, ed i principali exchange di criptovalute come Coinbase, che vanta oltre 70 milioni di utenti, si stanno preparando a lanciare i mercati NFT. Un anno fa quasi nessuno sapeva cosa fosse un NFT, oggi è il trend del momento!
Il metaverso è già tra noi e diventerà una realtà sempre più palpabile nei prossimi anni. La comunità di sviluppo blockchain è fortemente impegnata in questo tipo di progetto per portare ulteriore utilità a questa tecnologia. Come sempre nel panorama dell’IT, ci sono due distinti punti di vista su questa tecnologia.
Il primo è una comunità e aperta come mostrato nei metaversi blockchain.
Il secondo è chiuso, di business, come quello di Meta o Microsoft show. Entrambe le proposte sono in fase di sviluppo e, in un futuro non troppo lontano, vedremo quale di esse si espanderà in tutto il mondo e ci permetterà di godere del metaverso e di tutto ciò che di nuovo può portarci.
Bibliografia: