AI: Evoluzione nella storia – Digital4Pro

AI: Evoluzione nella storia

AI: Strategie per l’implementazione nelle organizzazioni
7 Gennaio 2025
AI come nuovo fattore di produzione
14 Gennaio 2025

L’intelligenza artificiale è un’innovazione tecnologica che ha seguito un percorso evolutivo piuttosto lungo nel tempo e che non può certamente ritenersi concluso.

Le sue origini possono  essere ricondotte al matematico britannico Alan Turing che, durante la Seconda GuerraMondiale, sviluppò una macchina calcolatrice, denominata “The Bombe”, per decifrare i messaggi segreti dei nemici tedeschi. Successivamente, nel 1950, lo stesso Turing pubblicò l’articolo “Computing Machinery and Intelligence”, nel quale spiegava come dar vita alle macchine intelligenti e come testare la loro intelligenza.

Nello specifico, secondo il matematico, una macchina è ritenuta intelligente se, mentre un uomo sta interagendo conun’altra persona e con una macchina, questi non è in grado di distinguere la macchina dalla persona. Tale test è centrale nella storia dell’intelligenza artificiale, visto che viene tuttora impiegato per stabilire se una macchina siaeffettivamente intelligente o meno.

 

Figura 1 – Alan Turing [Fonte: Wikipedia.org].

Proseguendo nella storia, l’espressione “intelligenza artificiale” è stata coniata nel 1956 dagli informaticistatunitensi Marvin Minsky e John McCarthy[1]. Da questo momento in poi, essa è diventata una disciplina accademica, che ha avuto un interesse e uno sviluppo variabili e oscillanti nel corso degli anni.

Figura 2 – Marvin Minsky [Fonte: Wikipedia.org].

Dopo un periodo durante cui sembrava che il progresso di questa scienza si fosse interrotto, una forte attenzione ènuovamente emersa a partire dal 2010, grazie al rafforzamento della potenza computazionale dei computer e allapossibilità di accedere a grandi quantità di dati. In particolare, la rapida crescita dell’intelligenza artificiale nell’ultimodecennio è riconducibile a tre fattori principali[2]:

  • lo sviluppo di sistemi algoritmici sempre più sofisticati in grado di risolvere problemi complessi;
  • l’introduzione di processori grafici a basso costo capaci di svolgere numerosi calcoli in poche frazioni di secondo;
  • la presenza di database ampi, organizzati e corretti, che ottimizzano l’apprendimento delle macchine

Grazie a queste condizioni, si sono diffuse nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale sempre più avanzate. Un esempio è rappresentato dalla tecnologia Watson, messa a punto da IBM, che è in grado di rispondere in maniera automatica a un insieme di domande relative a vari ambiti della vita reale. Tra le sue molteplici applicazioni spicca ilsoftware Watson Health Service, che viene utilizzato per analizzare i dati dei pazienti, al fine di personalizzare le loro cure[3].

 

Figura 3 – Watson [Fonte: Wikipedia.org].

Un altro esempio è costituito dal programma Alpha Go, sviluppato da Google, il quale nel 2015 è stato capace di sconfiggere per la prima volta il campione mondiale del gioco da tavolo Go[4]. Quest’ultimo è stato un eventoparticolarmente importante, perché ha dimostrato che, in determinate circostanze, le macchine intelligenti sono in grado di ottenere risultati migliori rispetto agli esseri umani, confermando così le sensazioni di molti ricercatori sul tema e aprendo delle interessanti prospettive sul futuro.

Infine, l’esempio forse più affascinante di implementazione dell’intelligenza artificiale è fornito dalle auto con guida autonoma. Queste ultime, al momento, sono ancora in fase di progettazione e prima di essere introdotte sul mercato richiedono il superamento di molti test, visti i pericoli insiti in un eventuale malfunzionamento delle stesse. Tesla, una delle aziende maggiormente impegnate in questa innovazione, per risolvere le criticità ha raccolto dati relativamente a come le persone guidano solitamente le autovetture. Questi dati sono stati poi utilizzati perinsegnare alle auto con guida autonoma a comportarsi sulla strada[5]. Sulla base di queste informazioni, si può quindi affermare che l’ultimo decennio è probabilmente il migliore che l’intelligenza artificiale abbia mai vissuto, dato che sta rapidamente e drasticamente trasformando qualsiasi settore industriale.

Date le peculiarità finora descritte e la rapida crescita degli ultimi anni, si può ritenere che l’intelligenza artificiale sia destinata a diventare sempre più protagonista nella vita lavorativa di tutti i giorni. Per questo motivo, è importante fissare dei limiti alla sua applicazione, in modo tale da garantire un’efficace coesistenza con l’uomo.

Nello specifico, è fondamentale definire in quali ambiti di attività essa può intervenire, ma anche quelli in cui develasciare ancora spazio alle persone. In questo senso, è possibile effettuare una distinzione tra tre principali tipologie di compiti[6]:

  • quelli meccanici, come la riparazione e la manutenzione delle attrezzature;
  • quelli di pensiero, quali l’elaborazione, l’analisi e l’interpretazione delle informazioni;
  • quelli emotivi, come la comunicazione con altre persone.

Strettamente correlate a questi tipi di attività, vi sono tre differenti forme di intelligenza artificiale[7]:

  • l’intelligenza meccanica, che consiste nella capacità di eseguire attività ripetitive e monotone, in manieratale da garantire performance costanti e affidabili;
  • l’intelligenza di pensiero, ovvero l’abilità di analizzare le informazioni a disposizione e di prendere delledecisioni razionali in maniera autonoma;
  • l’intelligenza emotiva, cioè l’attitudine a riconoscere, imitare e rispondere in modo appropriato alle emozioni umane.

Ad oggi, si può sostenere che l’intelligenza meccanica sia riuscita ormai ad affermarsi con successo e che abbia sostituito l’uomo nello svolgimento delle fasi produttive più semplici in maniera pressoché definitiva.

L’intelligenza di pensiero invece, attualmente è in forte crescita ed è alla base di alcune idee innovative che stanno muovendo i primi passi sul mercato, come per esempio le già citate auto con guida autonoma.

Infine, quella emotiva, almeno per il momento, pare essere ancora lontana dalla possibilità di trovare una concretaapplicazione. Infatti, tutti i programmi di chatbot fin qui implementati, quali Siri e Alexa, riescono a interagire con gli esseri umani, ma sono ancora distanti dalla capacità di percepire le loro emozioni e di modificare il linguaggio in base ai sentimenti dell’interlocutore.

Pertanto, riprendendo la suddivisione dei compiti sopra esposta, è possibile affermare che in questo momento l’intelligenza artificiale viene ampiamente impiegata per quelli di natura meccanica. Inoltre, sta progressivamente trovando spazio anche per quelli di pensiero. Per quanto riguarda invece quelli emotivi, attualmente questi vengono ancora delegati agli esseri umani. Sulla base di ciò, è presumibile ritenere che i prossimi investimenti siano indirizzati verso il rafforzamento dell’intelligenza di pensiero e le prime implementazioni di quella emotiva, in modo tale da ampliare sempre di più lo spazio di azione dell’intelligenza artificiale.

Riprendendo la distinzione tra le varie tipologie di intelligenza artificiale di cui infra, si può affermare che quella “debole” abbia ormai trovato largo impiego nella vita quotidiana delle persone e delle organizzazioni, vista la sua capacità di svolgere compiti semplici in maniera rapida e con poche possibilità di errori. Essa rappresenta quindi ilpresente dell’intelligenza artificiale e ne sono alcune esemplificazioni i sistemi di raccomandazione di Netflix, la ricerca di Google e i sistemi di riconoscimento delle immagini. Il suo futuro può essere costituito invece, da quella “forte”, che attualmente non ha ancora avuto applicazioni pratiche sul mercato, ma che è oggetto di importanti progetti di ricerca e sviluppo. A questo proposito i ricercatori sul tema hanno delle visioni contrastanti. In particolare, secondo alcuni, vi è una probabilità che l’intelligenza artificiale raggiunga il livello di comprensione e diazione dell’uomo pari al 25% entro il 2030 e pari al 50% entro il 2040[8]. Secondo altri, invece, è ancora moltolontana questa possibilità. L’eventuale affermazione di questa forma di intelligenza artificiale potrebbe avere degli effetti dirompenti sulla società, per il fatto che essa si metterebbe sullo stesso livello intellettuale degli esseri umani. Per comprendere meglio le conseguenze legate alla sua ipotetica diffusione, è opportuno focalizzarsi suquelle che, in teoria, dovrebbero essere le sue principali peculiarità[9]:

  • la percezione sensoriale, che consente di immaginare le caratteristiche spaziali di un ambiente soltanto ascoltando un suono;
  • la destrezza manuale, come la capacità di risolvere un cubo di Rubik;
  • la comprensione del linguaggio avanzata, che permette di cogliere tutte le caratteristiche di undeterminato documento;
  • la creatività, ossia la possibilità di modificare i codici inseriti dall’uomo per la creazione delle macchineintelligenti, in modo tale da potenziarle;
  • il coinvolgimento sociale ed emotivo, che dà la possibilità di percepire le sensazioni e i sentimenti degli interlocutori umani dal tono della voce o dalle espressioni

Relativamente a queste caratteristiche, si può affermare che alcuni buoni risultati sono già stati conseguiti dall’intelligenza artificiale “debole” sia per quanto riguarda la destrezza manuale che per la comprensione del linguaggio. Gli altri aspetti invece, risultano essere più problematici. Infine, “la super-intelligenza artificiale” è una forma utopistica per le circostanze attuali e designa un futuro piuttosto lontano da raggiungere. Infatti, questa forma è un’evoluzione rispetto all’intelligenza artificiale “forte”. Poiché quest’ultima è ancora in fase di elaborazione e non si è ancora certi sulla sua fattibilità, è complesso effettuare previsioni su ciò che potrebbe accadere dopo. L’unico aspetto da sottolineare è che, secondo alcuni esperti, la “super-intelligenza artificiale” è potenzialmente moltopericolosa, poiché in grado di sostituire l’uomo nello svolgimento di qualsiasi tipo di attività.

Per concludere la riflessione sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale, si può affermare che, vista la rapidadiffusione di nuove tecnologie che ha caratterizzato l’ultimo decennio, è difficile ipotizzare ciò che potrà accadere nei prossimi anni. Qualsiasi previsione, comprese quelle degli esperti, è pervasa da un grado di incertezza che risulta essere ineliminabile. Inoltre, non è neanche possibile stabilire con chiarezza se si verificherà la prospettiva ottimistica secondo cui l’intelligenza artificiale rafforzerà l’intelligenza umana grazie a una collaborazione, oppure quella pessimistica e apparentemente utopica secondo la quale le macchine intelligenti minacceranno la civiltà[10].

Bibliografia

Note

[1] Haenlein, M., & Kaplan, A. (2019), op. cit., 6-7.

[2] Wamba-Taguimdje, S. L., Wamba, S. F., Kamdjoug, J. R. K., & Wanko, C. E. T. (2020), op. cit., 1895.

[3] Wamba-Taguimdje, S. L., Wamba, S. F., Kamdjoug, J. R. K., & Wanko, C. E. T. (2020), op. cit., 1895.

[4] Haenlein, M., & Kaplan, A. (2019), op. cit., 8.

[5] Agrawal, A., Gans, J., & Goldfarb, A. (2017). The trade-off every AI company will face. Harvard Business Review Digital Articles,4.

[6] Haenlein, M., & Kaplan, A. (2019), op. cit., 9.

[7] Huang, M. H., Rust, R., & Maksimovic, V. (2019). The feeling economy: Managing in the next generation of artificial intelligence(AI). California Management Review, 61(4), 45-47.

[8] Berruti, F., Nel, P., & Whiteman R. (2020). An executive primer on artificial general intelligence. McKinsey Global Institute. Retrieved from https://www.mckinsey.com/business-functions/operations/our- insights/an-executive-primer-on-artificial-general-intelligence 2022/07/06.

[9] Berruti, F., Nel, P., & Whiteman R. (2020), op. cit.

[10] Haenlein, M., & Kaplan, A. (2019), op. cit., 12-13.

Condividi su:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

EnglishFrenchGermanItalianRussianSpanish