Food e GDO: Dario Roncadin, produttore friulanoFood e GDO: Dario Roncadin, produttore friulano

Food e GDO: Dario Roncadin, produttore friulano

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Il settore food è stato fortemente coinvolto dal Covid-19, con dinamiche diverse che vanno dal danno importante al mondo della ristorazione ai buoni risultati e all’aumento delle vendite nella GDO. Come avete vissuto il periodo in veste di produttori? Come ha influito la crisi sull’operato aziendale?

Dopo il grande sforzo di ricostruzione post incendio, che ci ha visto impegnati in tempi record nel ripristino della capacità produttiva con la costruzione delle tre nuove linee, Roncadin ad inizio anno stava vivendo un periodo di consolidamento ed assestamento dei processi. Siamo allenati alle emergenze e al problem solving, per cui appena sono state emanate le circolari ministeriali, abbiamo immediatamente creato la Task Force specifica per l’emergenza Covid e abbiamo operato innanzitutto per implementare tutti i sistemi di sicurezza previsti per contrastare la diffusione del virus e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Come al solito, abbiamo lavorato nella massima trasparenza, cercando di creare la massima condivisione fra i dipendenti attraverso la comunicazione di tutte le decisioni nei canali interni a disposizione: bacheche, video e applicazione interna. Dare costantemente informazioni su come ci stavamo muovendo è stato essenziale per tranquillizzare i dipendenti, che si sono sentiti sicuri nel proprio posto di lavoro. Ovviamente, abbiamo anche implementato lo smartworking per tutti i ruoli che non necessitavano la presenza in area produttiva.
Secondariamente abbiamo dovuto fronteggiare l’emergenza sugli ordini, che hanno iniziato ad arrivare con tassi tripli rispetto al forecast previsto. Soddisfare in linea con i tempi richiesti le commesse è stata una grandissima sfida, che ha richiesto uno sforzo congiunto fra logistica, pianificazione produttiva e approvvigionamenti delle materie prime, che scarseggiavano a causa delle difficoltà connesse alla logistica. Ci siamo adattati piuttosto velocemente, sicuramente la brutta esperienza dell’incendio ci ha insegnato a reagire con efficacia e con una certa velocità.

L’aumento del tempo vissuto in casa ha in alcuni casi portato i consumatori verso un nuovo rapporto con il cibo, sia relativamente alla preparazione sia al consumo: come valuta questa situazione, cosa ha significato per il vostro business, e quali scenari prevede per il futuro?
In questo periodo il consumatore si è rifugiato in prodotti di qualità, con ingredienti di filiere controllate. Il surgelato in Italia è la categoria che è cresciuta di più, registrando nel periodo Covid +26%. La pizza è uno dei segmenti che ha performato meglio all’interno della categoria, è al 38° posto fra i segmenti a maggior crescita assoluta con +22 Mln euro +23% vs anno precedente.
L‘assenza dell’esperienza in pizzeria in Italia ha portato più consumatori a provare la pizza surgelata e moltissime famiglie l’hanno provata per la prima volta. Parte di questi consumatori resterà, contribuendo alla crescita positiva delle vendite di base di questa categoria. Per contro, ci sarà una maggiore concorrenza, perché produttori concentrati esclusivamente nell’horeca inizieranno a produrre anche per la GDO.
Le sfide future sono quindi molteplici, legate principalmente alla ricezione delle tendenze del mercato e all’interpretazione corretta dei segnali: in periodo di crisi sarà fondamentale la leva prezzo, mentre se ci sarà una ripresa dei consumi, sarà possibile spingere sull’innovazione, mantenendo alta l’attenzione dei nuovi consumatori appena entrati e stimolando i consumatori consolidati con prodotti ad alto valore aggiunto.

Il prodotto pizza è da sempre rappresentante del Made in Italy nel mondo: come sono cambiate, se lo sono, le dinamiche con la distribuzione all’estero, durante e nel post emergenza? Ci sono state reazioni differenti da parte dei diversi mercati? Quali politiche state attuando in ottica di medio-lungo termine?

A differenza dell’Italia, all’estero la pizza surgelata è una commodity, già consolidata nel paniere base del consumatore, quindi l’innovazione di prodotto e la tensione verso le novità gioca un ruolo fondamentale. Le dinamiche di grande richiesta che si sono verificate in Italia, hanno raggiunto proporzioni anche raddoppiate e in alcuni casi anche triplicate all’estero. Roncadin è un produttore per la Private Label e nel medio-lungo termine lo scenario è molto incerto e poco stabile, sicuramente giocherà un ruolo fondamentale il riuscire a garantire un buon livello di servizio ai nostri clienti.

Il valore del brand ha riconfermato una fondamentale importanza per il successo delle imprese, soprattutto in questa fase, con il consumatore propenso ad un rapporto sempre più diretto con le aziende nelle quali riconosce valori e messaggi propri. Quali strategie di marketing state implementando per il prossimo futuro e come pensate possa incidere sul settore food la crescita esponenziale del digitale/e-commerce?

Per il futuro, sarà importante implementare e comunicare sempre di più la propria Responsabilità Sociale di Impresa in ottica di sostenibilità ambientale, etica e di valore dell’impresa per la comunità. Questi temi fanno da sempre parte della nostra strategia, ma sarà sempre più importante diffondere e coinvolgere attraverso la comunicazione e la trasparenza i nostri stakeholder, perché soltanto così sarà possibile far comprendere che per noi non sono operazioni di facciata, ma che sono parte integrante del nostro quotidiano agire.

 

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