Niente, tutto, come Gerusalemme. Ma andiamo per ordine. “Quanto vale Gerusalemme?” chiede Baliano a Salah-al Din, quando ha appena concluso la negoziazione per la consegna della città ai mussulmani, in cambio di un salvacondotto per tutti i cristiani, asserragliati a difesa di Gerusalemme assediata da giorni. La domanda citata è ripresa dalla scena finale del film del 2005 “Le Crociate”. Il film è ambientato a cavallo tra la seconda e la terza Crociata. Baliano – cavaliere dell’ordine degli Ospitalieri – nel 1187 difende la città di Gerusalemme dall’attacco dei saraceni, guidati da Salah-al Din.
Alla domanda di Baliano “Quanto vale Gerusalemme?”, Salah-al Din risponde: “Niente”. E subito dopo: “Tutto!” Ma allora quanto vale Gerusalemme? Niente o tutto? Non vale “niente” perché le sue mura e le sue abitazioni sono quasi tutte distrutte. Il suo valore materiale è pressoché nullo. Ma in realtà vale “tutto”, per il suo incomparabile valore sul piano spirituale e simbolico. Ne sa qualcosa il salmista che ammonisce nel Canto della Speranza: “Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra” (Salmi 137).
L’innovazione si nutre di conoscenza. Se un lettore mi chiedesse “Quanto vale la conoscenza?”, risponderei come Salah-al Din: “Niente … tutto”. La conoscenza di un’impresa (o di una organizzazione) non vale “niente” se non è fonte di valore. Vale “tutto” se lo diventa. La conoscenza possiede un valore nullo se non è trasformata in prodotti e/o servizi e viceversa possiede un valore “vitale” quando è alla base di un efficace modello di business.
Parafrasando la distinzione proposta da Aristotele di “essere in potenza” e di “essere in atto” – un pulcino è un gallo in potenza, mentre un gallo è un pulcino in atto – possiamo dire che la conoscenza è valore in potenza, mentre il valore è conoscenza in atto.
La conoscenza assume un reale valore solo quando viene trasformata in prodotti e/o servizi vendibili, cioè quando l’intangibile diventa tangibile.
Detenere delle conoscenze è una condizione necessaria, ma non sufficiente per competere ed avere successo nel business. Ciò che è fondamentale è la capacità di trasformarla ed è più facile trasformare del denaro in buona ricerca che trasformare della buona ricerca in denaro.