Primo giorno di lavoro: ansia, entusiasmo, aspettative ed emozioni si intrecciano tra di loro.
Il momento della candidatura, della selezione, il colloquio, la firma della lettera di assunzione… anche se sono passati solo pochi giorni sembra tutto lontanissimo ed ora che è arrivato il momento di iniziare la nuova avventura. Un turbinio di pensieri si agita nella testa.
Sicuramente, metterai in campo i buoni suggerimenti che avrai ricevuto dalla tua cerchia di conoscenti: arriva in orario: calcola anche la possibilità di qualche imprevisto, scegli con cura come vestirti, cerca di essere sorridente, amichevole … e via di seguito.
Ma come andranno i primi giorni di lavoro dipende proprio tutto solo da te o ci sono buoni consigli anche da dare all’azienda che ti sta assumendo?
Inserire un nuovo dipendente è un processo che non va assolutamente sottovalutato e oggi sono in incremento le realtà lavorative che hanno capito l’importanza di ben accogliere e accompagnare i neoassunti nel loro ingresso e nei primi passi in azienda.
Questo percorso viene chiamato Onboarding e nei fatti consiste letteralmente nel portare a bordo i neoassunti.
L’onboarding si affianca ai tradizionali percorsi di formazione e orientamento, questi ultimi più volti a fornire le necessarie conoscenze per svolgere l’attività di competenza. L’obiettivo è dare al nuovo dipendente anche informazioni riguardo l’organizzazione, la cultura aziendale, la terminologia e i valori d’impresa, elementi che possono aiutare ad integrarsi velocemente nell’ambiente di lavoro e ridurre i tempi per arrivare ad essere pienamente operativi.
Ogni realtà aziendale è un microcosmo nuovo e misterioso fatto di caratteristiche e peculiarità: conoscere anche le abitudini e le consuetudini consente al neoassunto di sentirsi a proprio agio e non avere dubbi anche di fronte a piccole cose come – ad esempio – dove poter parcheggiare l’auto, dove mettere le proprie cose, quali sono le usanze per il pranzo, pause caffè, dove sono i sevizi igienici, orari d’uscita…
I benefici di un buon onboarding
I benefici di un buon onboarding sono tangibili e sono stati dimostrati da diverse analisi.
Vediamo i principali:
- Fidelizzazione. Il lavoratore sente fin da subito di fare parte di una struttura organizzata che non solo lo accetta, ma che lo ha cercato e voluto. È importante che il neoassunto si senta ben accolto e tocchi con mano un ambiente cordiale, attento alle persone, con un clima disteso. Si rafforzerà la sua convinzione di aver scelto l’azienda giusta e quindi si sentirà pronto a ricambiare mettendo maggiore energia nell’imparare, nel collaborare, nel partecipare: aumenterà il suo coinvolgimento e tutto concorrerà evidentemente a ridurre il tasso di turnover.
- Produttività. Comprendere le logiche e le dinamiche aziendali consentirà al nuovo ingresso di inserirsi velocemente e soprattutto armonicamente nel sistema. Messo a proprio agio, acquisirà in breve tutti gli strumenti necessari per dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Un buon programma di accoglienza e inserimento avrà un impatto positivo sul suo umore che lo spingerà di conseguenza a dare il meglio di sé nelle attività che gli verranno affidate.
- Reputazione aziendale. Il neoassunto entusiasta del percorso che sta seguendo in azienda ne parlerà bene e orgogliosamente in famiglia, con amici e conoscenti; posterà sui social apprezzamenti e spaccati positivi di vita lavorativa: sarà un ottimo testimonial dell’azienda e promuoverà a tutto tondo, con convinzione e credibilità, il brand.
- Riduzione dei costi. L’onboarding in azienda si riflette positivamente sui costi, soprattutto quelli relativi alla formazione, così come riduce gli impatti negativi di un elevato turnover.
Quindi è chiaro quanto un buon onboarding sia uno strumento indispensabile per tutte le aziende.
Linee guida per un buon onboarding
Vediamo alcune semplici linee guida da seguire.
Il processo di può scomporre in quattro fasi:
PRATICHE AMMINISTRATIVE → PRIMO GIORNO → INSERIMENTO → VERIFICA
- PRATICHE AMMINISTRATIVE: sono inevitabili. Carta, firme, timbri: lettera d’assunzione, privacy, salute e sicurezza sul lavoro, dotazioni, assicurazione, fondo pensione, previdenza, fiscalità… E’ opportuno svolgere queste indispensabili formalità in un momento a se stante, alla presenza di chi può fornire tutti i necessari chiarimenti per un corretto svolgimento del rapporto di lavoro nel rispetto del contratto. Possiamo definirlo “il momento burocratico” e deve essere ben organizzato, impeccabile direi.
- PRIMO GIORNO: è il giorno dell’accoglienza vera e propria. Il nuovo collega, atteso da una persona specifica che può essere il suo coordinatore piuttosto che il gestore HR, viene introdotto nell’ambiente di lavoro e presentato ai colleghi. Un giro negli uffici dei vertici aziendali per unveloce saluto è un plus di altissimo valore: una stretta di mano del CEO, un benvenuto del responsabile HR, un saluto del dirigente di linea danno un imprinting indimenticabile.
- INSERIMENTO: è il primo periodo della persona in azienda e deve essere stilato un programma puntuale per aiutare il dipendente ad integrarsi velocemente e nella maniera migliore possibile. È il momento in cui si trasmettono le informazioni e i dettagli importanti al neoassunto che non deve mai sentirsi abbandonato o annoiato. Non si tratta di passare solo contenuti, quanto piuttosto un momento di coinvolgimento complessivo volto anche ad alimentare la sua motivazione e curiosità. Deve potersi “guardare attorno” e sentirsi libero di chiedere e ancora chiedere per assorbire ogni elemento utile. Può anche essere predisposto un “pacchetto di accoglienza”, un kit con documenti, brochure, gadget e tutto ciò che potrà aiutare a rendere positiva e vivace l’esperienza assunzionale. Nella fase d’inserimento è opportuno anche condividere con la persona gli obiettivi attesi nel breve periodo e fissare dei momenti di feedback per monitorare i risultati e riorientare – se necessario – il percorso.
- VERIFICA: è il momento in cui si esamina l’avanzamento e i progressi dell’inserimento. Indicativamente può essere fissato dopo tre mesi – più o meno anche a seconda del ruolo, ed è l’occasione per valutare reciprocamente se il cammino intrapreso risponde alle attese.
Così coccolato, in breve il dipendente sarà pienamente inserito nel team di lavoro, avrà tutti gli strumenti per svolgere la sua attività al meglio delle sue possibilità e porterà con sé, per tutta la durata della sua carriera, ricordi molto positivi dei suoi primi passi.
Mentre scrivevo questo articolo, inevitabilmente ho pensato più volte ai miei primi giorni lavorativi: una brevissima accoglienza di qualche minuto, poi sono stata subito affiancata ad una persona che svolgeva la sua normale attività e dopo poche ore mi hanno promosso direttamente sul campo verso la mia (impossibile) autonomia. Erano altri tempi, era normale così, ma non è stato per nulla facile…
Sarebbe interessante leggere e condividere i ricordi che avete dei vostri primi giorni di lavoro: l’aera commenti è lì che vi aspetta!